M. C. Escher-Relativity (1953)

Affascinato dalla scienza e dalla matematica, l’artista olandese Maurits Cornelis Escher ha testato la percezione della realtà nelle sue litografie, xilografie e mezzotinte molto elaborate. Anche se associato al Surrealismo a causa dell’immaginario fantastico che ha raffigurato, l’olandese non si è mai visto appartenere a nessun movimento e si è avvicinato alla sua arte con il rigore di uno scienziato e la meraviglia di un bambino.

Le opere di Escher, spesso illusioni ottiche apparentemente tridimensionali e coinvolgenti, sono prima di tutto uno studio dell’esistenza umana concentrandosi sulla struttura illusoria che compone le nostre vite. In questo senso, uno dei suoi motivi più utilizzati sono le scale – non solo per la loro geometria e versatilità nel trasmettere più dimensioni, ma anche perché simboleggiano l’infinita ricerca dell’uomo di salire nel mondo e l’ossessione per le gerarchie.

 MC Escher - Ascendente e discendente
MC Escher – Ascendente e discendente (1960), litografia. Dettaglio.

Mentre lavorava a Ascending and Descending, una litografia che vedeva persone camminare su e giù per le scale sul tetto di un grande edificio, come se fossero bloccate in un cerchio dell’inferno, Escher spiegò il simbolismo delle scale in una lettera che scrisse ad un amico:

“Quella scala è un argomento piuttosto triste, pessimista, oltre ad essere molto profondo e assurdo. Con domande simili sulle labbra, il nostro Albert Camus si è appena schiantato contro un albero nell’auto del suo amico e si è ucciso. Una morte assurda, che ha avuto piuttosto un effetto su di me. Sì, sì, saliamo su e su, immaginiamo che stiamo salendo; ogni passo è alto circa 10 pollici, terribilmente faticoso – e dove ci porta tutto questo? Nessuna.”

MC Escher - Relativity
MC Escher – Relativity (1953), litografia

Lo stesso motivo è usato anche nella Relatività, dove le persone salgono e scendono le scale apparentemente sfidando le leggi della gravità. Inoltre, l’artista ha utilizzato più punti di vista. Si può vedere, ad esempio, nella parte superiore della stampa, che mentre una persona sta salendo le scale, un’altra sta scendendo. Questo labirinto che le persone senza volto stanno navigando suggerisce una macchina ben oliata, con gli esseri umani come ingranaggi che continuano a funzionare seguendo le loro strane regole della fisica.

Simile a Salire e Scendere, questo movimento costante che non porta da nessuna parte ci ricorda l’esistenzialismo di Albert Camus che ha affrontato il dramma dell’umanità nel suo saggio, Il mito di Sisifo. In esso Camus illustra l’assurdità della vita attraverso il mito greco di Sisifo, re di Corinto che, punito dagli dei, doveva rotolare un masso su una collina ogni giorno, solo per vederlo scendere di nuovo quando raggiungeva la cima. Oltre alle sfumature filosofiche e alla precisione matematica, l’arte di Escher è, al suo interno, una festa per gli occhi e la mente che sfida costantemente la nostra costruzione della realtà.

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