Avvelenamento da funghi, chiamato anche avvelenamento da funghi velenosi, effetto tossico, a volte fatale, del consumo di funghi velenosi (funghi velenosi). Ci sono circa 70-80 specie di funghi che sono velenosi per l’uomo; molti di loro contengono alcaloidi tossici (muscarina, agaricina, fallina).
Tra i funghi che più comunemente causano avvelenamento ci sono Amanita muscaria, A. phalloides e le quattro specie di Amanita bianche chiamate angeli distruttori. L’ingestione di A. muscaria (agarico), che contiene muscarina e altri alcaloidi tossici, è presto seguita da nausea, vomito, diarrea, salivazione eccessiva, sudorazione, irrigazione degli occhi, respirazione rallentata e difficile, pupille dilatate, confusione ed eccitabilità. La malattia di solito inizia entro poche ore dopo aver mangiato i funghi e il recupero di solito avviene entro 12 ore.
A. phalloides, il cappuccio della morte, o la tazza della morte, è molto più letale del tipo muscarine; contiene le tossine termostabili del peptide, la falloidina e due amanitine, che danneggiano le cellule in tutto il corpo. Entro 6-12 ore dopo aver mangiato i funghi, compaiono violenti dolori addominali, vomito e diarrea sanguinolenta, causando una rapida perdita di liquidi dai tessuti e sete intensa. Segni di grave coinvolgimento del fegato, dei reni e del sistema nervoso centrale appaiono presto; questi effetti includono una diminuzione della produzione urinaria e un abbassamento della glicemia. Questa condizione porta al coma, che, in oltre il 50% degli incidenti, provoca la morte.
La specie Gyromitra (Helvella) esculenta contiene una tossina che viene normalmente rimossa durante la cottura, ma alcune persone sono altamente sensibili ad essa. La natura chimica della tossina non è stata determinata, ma è una fonte di monometilidrazina, che colpisce il sistema nervoso centrale e induce ittero emolitico.
Alcune vittime di avvelenamento da Amanita grave sono state trattate con successo con una combinazione di acido tiottico, glucosio e penicillina o facendo passare il sangue attraverso un filtro a carbone. La prevenzione si basa sull’evitare l’ingestione di funghi selvatici non identificati positivamente come commestibili da un’autorità competente.