Eusebio di Vercelli

Eusebio nacque in Sardegna, nel 283. Dopo il martirio di suo padre, fu portato a Roma dalla madre, dove in seguito divenne lettore. Divenne il primo vescovo a Vercelli (nel nord Italia), probabilmente verso la prima metà del 340. Secondo una lettera di Ambrogio alla congregazione di Vercelli due decenni dopo la morte di Eusebio, i capi locali riconobbero la sua pietà e quindi lo elessero piuttosto che candidati locali (Epistola lxiii, Ad Vercellenses). Ispirato dalla Vita di Sant’Antonio di Sant’Atanasio, fondò a Vercelli una comunità sacerdotale che assomigliava a una comunità monastica. Questo cenobio, a sua volta, ispirò altri come Gaudenzio di Novara, Eustasio di Aosta e Massimo di Torino. Fu il primo vescovo a vivere in comune con il clero, dedicando le sue migliori energie per formarli nella pietà e nello zelo. Per questo motivo i Canonici Regolari di Sant’Agostino lo onorano insieme ad Agostino come loro fondatore.

Nel 354, papa Liberio chiese a Eusebio di unirsi al vescovo Lucifero di Cagliari nel portare una richiesta all’imperatore Costanzo II a Milano, supplicando l’imperatore di convocare un concilio per porre fine alle divergenze sullo status di Atanasio di Alessandria e sulla questione dell’arianesimo. Il sinodo si tenne a Milano nel 355. Eusebio partecipato parte del consiglio, ma ha rifiutato di condannare Atanasio e così è stato esiliato, prima a Scythopolis in Siria, sotto l’occhio vigile del vescovo Arian Patrophilus, che Eusebio chiama il suo carceriere, poi in Cappadocia, e, infine, alla Tebaide, in Alto Egitto. Diverse lettere che circondano il consiglio scritto a o da Eusebio sopravvivono ancora, come fanno due lettere scritte da lui durante il suo esilio.

In quest’ultimo luogo Eusebio fu trascinato per le strade e perseguitato in molti modi, ma non abbandonò mai la fede cattolica. Dopo l’adesione di Giuliano, i vescovi esiliati erano liberi di tornare alle loro sedi. Eusebio passò attraverso Alessandria e vi ha partecipato Atanasio ‘ sinodo del 362, che ha confermato la divinità dello Spirito Santo e la dottrina ortodossa in materia di Incarnazione. Il sinodo ha anche concordato sia di trattare leggermente con i vescovi pentiti che avevano firmato Arianizing credi sotto pressione e di imporre severe sanzioni sui leader di diverse delle fazioni Arianizing.

Mentre era ancora sulla strada di casa, Eusebio prese le decisioni del sinodo ad Antiochia e sperava di riconciliare lo scisma lì. La chiesa era divisa tra gli aderenti di Eustazio di Antiochia, che era stato deposto ed esiliato dagli Ariani nel 331, e quelli dei Meleti. Dal momento che Melezio ‘ elezione nel 361 è stato portato principalmente da Ariani, gli Eustathians non lo riconoscerebbe, anche se ha solennemente proclamato la sua fede ortodossa dopo la sua consacrazione episcopale. Il sinodo alessandrino aveva desiderato che Eusebio dovrebbe conciliare gli Eustathians con il vescovo Melezio, con la purga la sua elezione di tutto ciò che potrebbe essere stato irregolare in esso, ma Eusebio ha scoperto che Lucifero di Cagliari aveva anche passato in quel modo, e aveva unilateralmente consacrato Paolino, il leader degli Eustathians, come vescovo di Antiochia.

Incapace di riconciliare le fazioni, proseguì verso casa, visitando altre chiese lungo la strada nell’interesse di promulgare e far rispettare la fede ortodossa. Tornato a Vercelli nel 363, continuò ad essere un leader con Ilario di Poitiers nella sconfitta dell’arianesimo nella Chiesa occidentale, e fu uno dei principali oppositori del vescovo ariano Auxenzio di Milano. Morì nel 370 o nel 371.

Anche se nel medioevo è stato a volte indicato come un martire, questo è stato più per onorare le sofferenze che ha sopportato in piedi per la sua fede. Leggende successive del suo martirio non hanno alcuna base storica. La Chiesa cattolica romana celebra la sua festa il 2 agosto. La sua precedente festa del 16 dicembre coincise grosso modo con la sua elevazione a vescovo. La sua festa attuale coincide approssimativamente con l’anniversario della sua morte. A lui è dedicata la Cattedrale di Vercelli.

Nell’Udienza generale dell’ottobre 2007, Papa Benedetto XVI ha osservato,

Pertanto, i Pastori, ha detto Eusebio, devono esortare i fedeli a non considerare le città del mondo come loro dimora permanente, ma a cercare la città futura, la Gerusalemme celeste definitiva. Questa “riserva escatologica” permette ai Pastori e ai fedeli di conservare la giusta scala di valori senza mai sottomettersi alle mode del momento e alle ingiuste pretese dell’attuale potere politico. L’autentica scala di valori-sembra dire tutta la vita di Eusebio-non viene dagli imperatori del passato o di oggi, ma da Gesù Cristo,…

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