Luca 4:18 Commenti: “LO SPIRITO DEL SIGNORE È SU DI ME, PERCHÉ MI HA UNTO PER PREDICARE IL VANGELO AI POVERI. MI HA MANDATO A PROCLAMARE LA LIBERAZIONE AI PRIGIONIERI, E IL RECUPERO DELLA VISTA AI CIECHI, PER LIBERARE GLI OPPRESSI,

ESEGETICA(LINGUE ORIGINALI)

Luca 4:18-19. Isaia 61: 1-2, seguendo la LXX. liberamente. Il significato storico è: che Egli, il profeta, è ispirato e ordinato da Dio per annunciare al popolo profondamente sfortunato nel loro esilio la loro liberazione dalla cattività, e il futuro benedetto della teocrazia restaurata e glorificata che seguirà poi. Il compimento messianico di questo annuncio, vale a dire la realizzazione della loro idea teocratica, è venuto a passare in Cristo e il suo ministero.
οὗ εἵνεκεν] nel testo originale יַעַן: perché, e questo corrisponde οὗ εἵνεκεν: propterea quod, perché, come ΟὝΝΕΚΕΝ è molto spesso usato dagli scrittori classici. L’espressione del LXX., che Luca conserva, non è quindi erronea (de Wette e altri), né le parole ο Ε ΕΝΝΕΚΕΝ introdurre la protasi di una frase la cui apodosi è lasciato fuori (Hofmann, Weissag. u. Erf. II. pag. 96). La forma εννεκεν (2 Corinzi 7: 12) è, inoltre, classica; si verifica in Pindaro, Isthm. viii. 69, frequentemente in Erodoto (vedi Schweighaüser, Lex. sub. verbo.), Dem. 45. 11. Vedi generalmente, Krüger, II. § 68. 19. 1 f.
χχρισε] una descrizione concreta, mutuata dall’unzione dei profeti (1 Re 19:16) e dei sacerdoti (Esodo 28:41; Esodo 30,30), della consacrazione, che in questo caso deve essere concepito come avviene per mezzo di investitura spirituale.
πτωχοςς] il povero עננוויים. Vedi Matteo 5: 3. Essi—nell’originale ebraico gli esuli infelici-sono più precisamente designati da αχχμαλώτ., così come dagli epiteti, che devono essere presi nel loro senso storico tipicamente, τυφλοςς e τεθραυσμένους (schiacciato a pezzi), per cui la miseria del ΠΤΩΧΟΊ è rappresentato come un accecante e un livido. Secondo il tipico riferimento al Messia, questi predicati si riferiscono alla miseria della schiavitù spirituale, la cessazione di cui il Messia doveva annunciare e (πποστελλαι) realizzare. Inoltre, la LXX. varia notevolmente dall’originale ebraico (senza dubbio il risultato di una lettura diversa che mescolato con questo passaggio il parallelo in Isaia 42:7), e Luca ancora una volta non è d’accordo con la LXX., in particolare inπποστελλαι τεθραυσμ. ννφφέσει, che parole sono da Isaia 58:6, donde Luca (non Gesù, che in effetti ha letto dal rotolo del libro) o il suo informatore relativo a memoria avendoli presi erroneamente, ma da un’associazione di idee facilmente spiegate mescolate in questo luogo.
ἘΝΙΑΥΤΝΝ ΚΥΡΊΟΥ ΔΕΚΤΌΝ] un anno accettabile del Signore, cioè benvenuto, beato anno di appartenenza al Signore, il quale è da intendersi in riferimento tipici del passaggio Messianica periodo di benedizione, mentre in senso storico il futuro benedetto della teocrazia, dopo l’esilio è indicato dalle parole שְׁנַת־רָצוֹן לַיְהֹוָה, ossia un anno di soddisfazioni per il Signore, che sarà per il Signore, il tempo di mostrare la Sua soddisfazione per il Suo popolo (cfr. Luca 2:14). Il passaggio davanti a noi è stranamente abusato dai Valentiniani, Clemens, Hom. diciasettesimo. 19, Clemens Alexandrinus, Origene, e molti altri, per limitare il ministero di Gesù per lo spazio di un anno, che anche la connessione, del testo originale, in cui un giorno di vendetta contro i nemici del popolo di Dio segue, avrebbe dovuto impedire. Anche Wieseler, p. 272, fa uno straordinario uso cronologico diννιαυτός e di σήμερον, Luca 4: 21, a sostegno della sua assunzione di un parallelo con Giovanni 6:1 ss. per quanto riguarda il tempo, secondo il quale il soggiorno di Gesù a Nazaret si dice che sono caduti di sabato dopo Purim 782. L’anno è un’allusione all’anno del giubileo (Levitico 25:9), come inferiore prefigurativa tipo di redenzione messianica. I tre infiniti sono paralleli e dipendono daππέσταλκέ με, il cui scopo specificano.

ννφφέσει] un noto constructio pregnans: in modo che essi sono ora in condizione di liberazione( Polibio, i. 79. 12, xxii.9. 17), comp. Luca 2: 39.
Comp. Schleiermacher, L. J. p. 270 f.
Osserva la differenza di tempo, ἔχρισεππέσταλκε: Mi ha unto, mi ha mandato (e io sono qui!); anche il vivace asindeton nei due verbi (ππέστ. senza καί), così come anche nei tre infiniti.
Keim anche, D. geschichtl. Chr. pag. 140 e segg., è molto recentemente arrivato a questa conclusione in vista della dichiarazione di Origene, de princip. iv. 5: “un anno e pochi mesi”, e che anche sul terreno del calcolo della morte del Battista, secondo il conto di Giuseppe Flavio, Antt. xviii. 5, per quanto riguarda la guerra di Antipa contro Areta. Il test di questa combinazione non appartiene a questo posto. Ma il Vangelo di Giovanni si oppone decisamente alla durata di un anno dell’insegnamento ufficiale di Cristo. Vedi, inoltre, le discussioni sull’argomento in Weizsäcker, pag. 306 e segg.
Luca 4: 18-19 contengono il testo, Isaia 61: 1-2, libera riproduzione del Settembre, che riproduce liberamente l’ebraico, che probabilmente è stato letto prima, poi trasformato in arameo, poi predicato da Gesù, quel giorno. Potrebbe essere stato letto da una versione aramaica. Più notevole nella citazione è il punto in cui si ferma. In Isaia dopo l ‘” anno accettevole “viene il”giorno della vendetta”. La clausola che si riferisce a quest’ultimo è omessa.- ἀποστελλαι τεθραυσμένουςννφφέσει (Luca 4: 19) è importato (da Lc. probabilmente) da Isaia 58: 6, con lo scopo di rendere il testo a tutti gli effetti un programma per il ministero di Gesù. Insieme a ciò, nella mente dell’evangelista, va la traduzione di tutte le categorie denominate—poveri, dal cuore spezzato, prigionieri, ciechi, contusi-dalla sfera politica a quella spirituale. Legittimamente, poiché ciò era implicato nella dichiarazione che la profezia si adempì in Gesù.
Settanta.
18. egli mi ha unto] Piuttosto, Ha unto (aoristo); il verbo seguente è nel perfetto. La parola Mashach in ebraico ricorderebbe agli ascoltatori la nozione del Messia-” il m’a messianisé ” (Salvador). “Dio unse Gesù di Nazaret con lo Spirito Santo e con potenza”, Atti 10:38. Nell’illustrazione del versetto in generale, come indica il lavoro principalmente di Isaia, ma nel suo senso più pieno, di Cristo, vedere Matteo 11: 5; Matteo 5: 3,&c.
i poveri] cioè i poveri in spirito (Matteo 11:28; Matteo 5: 3), come l’ebraico implica.
per guarire il cuore spezzato] Omesso in א, B, D, L.

recupero della vista ai ciechi] Qui il LXX. differisce dall’ebraico, che ha ” apertura della prigione al limite.”Forse questa è una reminiscenza di Isaia 42: 7.
per mettere in libertà quelli che sono contusi] Anche questo non è in Isaia 61:1, ma è una libera reminiscenza della LXX. in Isaia 58:6. O il testo dell’ebraico è stato poi leggermente variante, o il record introduce nel testo una reminiscenza del discorso.
Luca 4:18-19. Πνεῦμα Κυρίου ἐπʼ ἐμὲ· οὗ εἵνεκεν ἔχρισέ με· εὐαγγελίσασθα. povero, povero, povero, dal cuore spezzato; – vedere, essere afflitto;—predicare al Signore stesso accettato, e cedendo) Isaia 61: 1-2, LXX: spirito-vedendo; tu sei chiamato, ecc.L. Diversi particolari qui sono degni di essere notati. I. Gli accenti ebraici ci danno un arresto più efficace. II. ο ε εννεκεν significa lo stesso di יעען, per questo motivo perché, a causa di questo in quanto. Quindi Numeri 14: 43, ο ε εννεκαππεστράφητε, perché siete allontanati da. Ammonio dice οννεκα significa lo stesso di ὅτι. Il senso di questo passo è: Lo Spirito del Signore è su di Me, perché Mi ha unto. Già allora Gesù implicava chiaramente che Egli era il Cristo. È dalla Sua unzione, che si deduce la dimora dello Spirito del Signore sul Cristo. Come lo stato di unione personale , così quella della Sua unzione scaturisce dall’atto. III. Dalla unzione scorre il especial, anzi, la predicazione peculiare caratteristica di questo profeta, vale a dire., quella del Vangelo; dall’olio sgorga la gioia : dall’ “invio” viene la ” guarigione dei cuori spezzati.”IV. Questa clausola, curare contribulatos corde,” per guarire il cuore spezzato, ” come il traduttore di Irenæu ha, io sono indotto a mantenere principalmente l’autorità di Irenæu, anche se altri hanno omesso. V. κα τ τυφλοςςνναβλειιν, non è tratto da Isaia 42:7, ma da Isaia 61: 1. Quindi le parole si trovano nel LXX. traduzione per l’ebraico הלאוורים פקחקוח. Inoltre, nei libri dell’Antico Testamento, non indica ogni tipo di apertura, ma quella delle orecchie una volta; inoltre, molto frequentemente, l’apertura degli occhi. Per questo i settanta traduttori lo hanno riferito in questo passo ai ciechi. Tuttavia, Isaia ha parlato di una tale apertura degli occhi, come è garantito, non ai ciechi, ma a quelli liberati dalle tenebre di una prigione (vedi Isaia 61:1), come lo scrittore del Caldeo parafrasi giustamente visto. VI. ἈΠΟΣΤΕῖΛΑΙ ΤΕΘΡΑΥΣΜΈΝΟΥς ἘΝ ἈΦΈΣΕΙ, è tratto dal precedente parte, Isaia 58:6, ἈΠΌΣΤΕΛΛΕ ΤΕΘΡΑΥΣΜΈΝΟΥς ἘΝ ἈΦΈΣΕΙ; onde il Israelitico ἌΦΕΣΙς è costituito da alloggio per rispondere alle ἌΦΕΣΙς, effettuata attraverso il Messia. Il ministro, di sua spontanea volontà, consegnò al nostro Signore, nella sinagoga, il libro di Isaia; era quindi una parte di Isaia che era quella che di solito si leggeva in quel sabato. Isaia 61: 1-2, non è stato il Haftara (o pubblicamente leggere porzione) a tutti: ma c’era un Haftara, composto da Isaia 57: 13 a Isaia 58: 14, e che anche il giorno di espiazione, che nel Ord. Temp., pagina 254; Ed. ii., pagine 220, 221 e Harm. EV., pagina 186, ecc., abbiamo dimostrato, corrispondeva a quell’anno (che era il ventottesimo del Dion. era.—Non. Crit.) con il Sabato menzionato in Luca. Da cui è evidente, che una lezione ordinaria e una straordinaria sono stati uniti insieme dal Signore nella sua lettura, e dall’evangelista nello scrivere il conto di esso. VII. Per quanto riguarda le parole ΚΑΜΜΈΡΑΝΝνταποδόσεως. Vedi App. Crit., Ed. ii. su questo passaggio. In questa clausola, LO SPIRITO DEL SIGNORE su di ME, contiene una notevole testimonianza della Santissima Trinità . Gesù era pieno di Spirito, Luca 4: 1; Luca 4:14.- ο ε εννεκεν) L’inΝΝΕΚΑ passa in εἸ, non solo poeticamente, ma anche ionicamente e atticamente.- πτωχοςς, ai poveri) In Israele, e successivamente tra i Gentili. Riguardo è avuto a loro anche in cap. Luca 6: 20.-φφεσιν, remissione) La parola è qui impiegata con grande decenza.

renæus (di Lione, in Gallia: nato intorno al 130 d. C., e morto verso la fine del secondo secolo). L’Editio Renati Massueti, Parigi, A. 1710.
renæus (di Lione, in Gallia: nato intorno al 130 d. C., e morto verso la fine del secondo secolo). L’Editio Renati Massueti, Parigi, A. 1710.
A, Iren. 260, Hil. 577, mantenere la clausola. BDLabc, Orig. 2,636; 4,13, Ilar. 92, omesso. Alcuni MSS. di Vulg. omettere, altri lo conservano.- ED. e TRASL.
Vulg. ecc., aggiungere ” e diem retributionis.”b ha” e diem redditionis;”a,” e diem rimborsi.”Ma ABD Hil. 92, e Rec. Testo respingere l’aggiunta, che è manifestamente interpolata da Isaia, ed è opportuno, non al messaggio evangelico di pace consegnato al primo Avvento di Cristo, ma al suo secondo Avvento al giudizio.- ED. e TRASL.
Laudianus: Bodl. libr., Oxford: settimo o ottavo secolo.: publ. 1715: Atti def.
Letteralmente, riferendosi alla liberazione di un prigioniero; spiritualmente, alla remissione dei peccati e alla liberazione del peccatore prigioniero.- ED. e TRASL.
Versetto 18. – Lo Spirito del Signore è su di me. San Luca qui cita, con alcune importanti variazioni, dal LXX. di Isaia 61:1, 2. La clausola,” per mettere in libertà quelli che sono contusi”, non si verifica il presente testo di Isaia. Le parole luminose e confortanti del grande profeta che il Signore ha scelto come un riassunto generale di ciò che ha progettato di svolgere nel suo ministero. Non potrebbe essere una coincidenza immeritata che le parole iniziali del passaggio contengano una menzione singolarmente chiara delle tre Persone della Santissima Trinità: lo Spirito, il Padre e l’Unto (Messia). Perché mi ha unto per predicare il Vangelo ai poveri, ecc. L’interpretazione comune riferiva questo passaggio allo stato del popolo al ritorno dalla prigionia. Nulla, tuttavia, che il popolo aveva ancora sperimentato in alcun modo soddisfatto il brillante quadro dipinto nella grande profezia. Un residuo era certamente tornato diversi secoli indietro dal loro lontano esilio, ma la grande maggioranza del popolo eletto sono stati dispersi all’estero; la loro terra è stata schiacciata sotto quello che sembrava una servitù senza speranza; la povertà, l’ignoranza, il malcontento universale, regnarono allo stesso modo a Gerusalemme, presidiata dai legionari romani, e nel più lontano dei poveri villaggi montani della Galilea. Solo la liberazione poteva venire e un’età d’oro di prosperità tornare con il Messia promesso. Questa era l’interpretazione che gli spiriti più scelti in Israele applicarono alla grande profezia di Isaia letta quel giorno di sabato nella piccola sinagoga di Nazaret. Questo era il significato che Gesù gli diede subito, solo che spaventò i suoi ascoltatori dicendo loro che in lui vedevano il promesso Liberatore a lungo atteso. Noi possediamo solo, è evidente, il più piccolo astratto delle parole del Maestro Gesù in questa occasione. Essi devono essere stati singolarmente eloquente, vincente, e potente di aver estorto la meraviglia e l’ammirazione alluso nel ventiduesimo versetto. Luca 4: 18unito

Vedi su Cristo, Matteo 1: 1.

Per predicare la buona novella

Vedi Vangelo, Soprascritta di Matteo.

Ai poveri (πτωχοςς)

Vedi Matteo 5:3.

Per guarire il cuore spezzato

I migliori testi omettono. Quindi Rev.

Predicare (κηρύξαι)

Meglio come Rev., proclamare, come araldo. Vedi in 2 Pietro 2: 5.

Ai prigionieri (αχχμαλώτοις)

Da αχχμή, una punta di lancia, e ἁλίσκομαι, da prendere o conquistare. Quindi, propriamente, dei prigionieri di guerra. Confronta Isaia 42: 7: “Per far uscire i prigionieri dalla prigione, e quelli che siedono nelle tenebre dalla casa di restrizione.”L’allusione è a Israele, sia come esiliati prigionieri che come prigionieri di Satana in schiavitù spirituale. Wyc. ha caytifs, che in precedenza significava prigionieri.

Da mettere in libertà (πποστελλαι)

Lit., mandare via in scarico. Inserito dal settembre. di Isaia 58: 6. Vedi Luca 3:3 e Giacomo 5:15.

seguito…

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