Monoplegia

Non esiste una cura per la monoplegia, ma i trattamenti in genere includono terapia fisica e consulenza per aiutare a recuperare il tono muscolare e la funzione. Il recupero varierà a seconda della diagnosi di paralisi temporanea, parziale o completa. Gran parte delle terapie si concentrano sull’arto superiore a causa del fatto che la monoplegia negli arti superiori è molto più comune che negli arti inferiori. È stato scoperto che la terapia intensa basata sull’attività e diretta all’obiettivo, come la terapia del movimento indotto da vincoli e la terapia bimanuale, sono più efficaci delle cure standard. Gli studi suggeriscono che la mano meno colpita potrebbe fornire un modello per migliorare le prestazioni motorie della mano più colpita e fornisce una forte motivazione per lo sviluppo di approcci di allenamento bimanuale. In aggiunta a ciò, vi è una forte evidenza a sostegno del fatto che i programmi di terapia occupazionale a casa che sono diretti agli obiettivi potrebbero essere utilizzati per integrare la terapia diretta pratica.

La terapia del movimento indotto da vincoli (CIMT) è specificamente mirata alla monoplegia dell’arto superiore a seguito di un ictus. In CIMT il braccio non affetto è trattenuto, costringendo l’uso e la pratica frequente del braccio interessato. Questo approccio alla terapia viene effettuato durante le attività ordinarie e quotidiane dalla persona interessata. È stato trovato che CIMT è più efficace a migliorare specificamente il movimento del braccio di un approccio di fisioterapia o nessun trattamento a tutti. Questo tipo di terapia ha dimostrato di fornire un miglioramento solo moderato nei pazienti con monoplegia. Ulteriori ricerche devono essere condotte al fine di stabilire il beneficio duraturo della terapia del movimento indotto da vincoli.

I sistemi Brain computer interface (BCI) sono stati proposti come strumento per la riabilitazione della monoplegia, in particolare nell’arto superiore dopo un ictus. I sistemi BCI forniscono un feedback sensoriale nel cervello tramite stimolazione elettrica funzionale, ambienti di realtà virtuale o sistemi robotici, che consente l’uso di segnali cerebrali. Questo è estremamente cruciale perché la rete nel cervello è spesso compromessa dopo un ictus, portando a disturbi del movimento o paralisi. I sistemi BCI consentono il rilevamento dell’intenzione di muoversi attraverso la corteccia motoria primaria, quindi forniscono la stimolazione sensoriale abbinata in base al feedback fornito. Ciò porta alla plasticità dipendente dall’attività all’interno dell’utente, richiedendo loro di prestare particolare attenzione alle attività che richiedono l’attivazione o la disattivazione di specifiche aree cerebrali. I sistemi BCI utilizzano diverse fonti di informazioni per il feedback, tra cui l’elettroencefalografia (EEG), la magnetoencefalografia, la risonanza magnetica funzionale, la spettroscopia nel vicino infrarosso o l’elettrocorticografia. Tra tutti questi, i segnali EEG sono i più utili per questo tipo di riabilitazione perché sono altamente precisi e stabili.

Un’altra forma di trattamento per la monoplegia è la stimolazione elettrica funzionale (FES). Si rivolge a pazienti che hanno acquisito monoplegia attraverso incidenti come una lesione del midollo spinale, ictus, sclerosi multipla, o paralisi cerebrale e utilizza la stimolazione elettrica al fine di causare le restanti unità motorie nei muscoli paralizzati a contrarsi. Come nell’allenamento muscolare tradizionale, FES migliora la forza con cui i muscoli inalterati si contraggono. Per i pazienti meno gravemente colpiti, FES consente un maggiore miglioramento della gamma di movimento rispetto alla terapia fisica tradizionale.

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