18 Marzo 2020, 16:06
Di Rosie Pentreath
@ rosiepentreath
È diventata leggenda che il gruppo da camera che si esibiva sul Titanic la notte in cui affondò suonasse fino alla fine. Ma cosa stavano suonando e chi l’ha scritto?
Il momento in cui “i violini continuavano a suonare” è diventato una delle leggende durature dell’affondamento del Titanic.
Oltre al contributo eroico di questi musicisti nel tentativo di infondere calma fino all’ultimo momento, ciò che hanno suonato è ancora noto fino ad oggi.
I suonatori di archi eseguirono “Nearer, my God, to thee”, un inno del 19 ° secolo pubblicato in Inni e inni-un tomo usato a South Place Chapel, Finsbury, Londra – nel 1841.
L’inno, che è stato scritto da Sarah Fuller Adams (vedi sotto), è una rivisitazione del sogno di Giacobbe da Genesi 28:11-12 della Bibbia.
Vari resoconti dei sopravvissuti riferirono che i suonatori di archi della nave continuarono ad eseguire una versione dell’inno mentre la nave stava affondando, anche se altri lo contraddissero e affermarono che si trattava del valzer di Archibald Joyce, Autumn Dream.
Qualunque sia l’ultimo, ultimo pezzo che hanno suonato, ‘Nearer, my God, to thee’ è stato immortalato nella narrazione di quel tragico giorno del 1912 – in gran parte a causa di esso con riprese cinematografiche, tra cui l’epica di James Cameron del 1997, Titanic, con Kate Winslet e Leonardo DiCaprio.
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Chi ha scritto ‘Più vicino, mio Dio, a te’?
L’inno è attribuito alla poetessa e scrittrice inglese Sarah Fuller Adams. Adams era la figlia del giornalista radicale e redattore, Benjamin Flower, famoso per opporsi al coinvolgimento dell’Inghilterra con le guerre napoleoniche, tra le altre cose.
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Quali sono i testi di ‘Più vicino, mio Dio, a te’?
Più vicino, mio Dio, a te, più vicino a te!
E’en anche se è una croce che mi risuscita,
ancora tutto il mio canto sarà,
più vicino, mio Dio, a te;
più vicino, mio Dio, a te, più vicino a te!
Anche se, come il viandante, il sole è tramontato,
le tenebre siano su di me, il mio riposo una pietra;
eppure nei miei sogni sarei
più vicino, mio Dio, a te, più vicino a te!
Là appare la via, passi verso il cielo;
tutto ciò che tu mi mandi, nella misericordia data;
angeli per farmi cenno
più vicino, mio Dio, a te;
più vicino, mio Dio, a te, più vicino a te!
Poi, con i miei pensieri svegli luminosi con la tua lode,
dai miei dolori pietrosi Solleverò Betel;
così dai miei guai per essere
più vicino, mio Dio, a te;
più vicino, mio Dio, a te, più vicino a te!
O se, su un’ala gioiosa che fende il cielo,
il sole, la luna e le stelle hanno dimenticato, verso l’alto volo,
ancora tutto il mio canto sarà,
più vicino, mio Dio, a te, più vicino a te!