Shamash, (accadico), Sumero Utu, nella religione mesopotamica, il dio del sole, che, con il dio della luna, il Peccato (sumero: Nanna) e Ishtar (sumero: Inanna), la dea di Venere, faceva parte di una triade astrale di divinità. Shamash era il figlio del Peccato.
Shamash, come divinità solare, esercitava il potere della luce sulle tenebre e sul male. In questa veste divenne noto come il dio della giustizia e dell’equità e fu il giudice sia degli dei che degli uomini. (Secondo la leggenda, il re babilonese Hammurabi ricevette il suo codice di leggi da Shamash.) Di notte, Shamash divenne giudice degli inferi.
Shamash non era solo il dio della giustizia, ma anche governatore di tutto l’universo; in questo aspetto era raffigurato seduto su un trono, tenendo in mano i simboli della giustizia e della giustizia, un bastone e un anello. Anche associato a Shamash è il pugnale dentellato. Il dio è spesso raffigurato con un disco che simboleggiava il Sole.
Come dio del sole, Shamash era l’eroico conquistatore della notte e della morte che attraversava i cieli a cavallo o, in alcune rappresentazioni, su una barca o su un carro. Ha donato luce e vita. Poiché era di carattere eroico e totalmente etico, solo raramente figurava nella mitologia, dove gli dei si comportavano troppo spesso come mortali. I centri principali del suo culto erano a Larsa in Sumer e a Sippar in Akkad. La consorte di Shamash era Aya, che fu poi assorbita da Ishtar.